Guardare la stampante 3D e pensare ai significati che diamo al mondo che ci circonda

Oggi osservavo la stampante 3D produrre il modello di un tavolo da pranzo disegnato da me. La guardavo nel suo moto insensato, così diverso da quello che avrebbe un qualunque artigiano, e pensavo al mondo visto dalla stampante: una griglia di coordinate nello spazio; e un tempo di stampa. Niente di più, nessun senso, nessun significato, nessuna forma, nessun colore, nessun design. E noi, che diamo senso a questa griglia insensata, stiamo a guardare ed a ricoprire di significati quella griglia. Ragioniamo su quanto spesso tagliare il piano in rovere, e lambicchiamo se rovere o frassino e se olio o vernice. Ma stiamo registrando una griglia di coordinate, un reticolo atomico, niente di più, non ci sono linee, piani, pesi. Passiamo il tempo a dare senso. Che scherzo della natura siamo?
La guardavo nel suo moto insensato, così diverso da quello che avrebbe un qualunque artigiano, e pensavo al mondo visto dalla stampante




E così, lo sgomento mi assale, e se fossimo immersi, se fossimo noi stessi solo un reticolo di atomi, legati da qualche forza, obbedienti a qualche legge fisica, rotolanti nel tempo. Chissà come e chissà perché alcuni mucchi di questi reticoli di atomi hanno preso a dare senso a loro stessi e ad altri mucchi di reticoli di atomi ed a pensare (pensare) che quella sequenza di intensità di rifrazione luminosa è una linea curva o una linea sinuosa, che quell’altra è una sfumatura e quell’altra un profumo o una rugosità.
Chissà come e chissà perché alcuni mucchi di questi reticoli di atomi hanno preso a dare senso a loro stessi e ad altri mucchi di reticoli di atomi ed a pensare (pensare)
Un buffo raggrumarsi di necessità casuali che, nell’accumulo dei miliardi di anni, rotola in fondo all’aumento di entropia. Ecco cosa siamo. Il mondo visto dalla stampante 3D è fonte di sgomento esistenziale. Ho finito il PLA.
Se vuoi vedere che senso hanno i miei atomi vai alla sezione progetti.



